Quasi vacanze romane
Dal 2002 al 2005 "Avventure d'Egitto" e poi fino al 2012 "Come stai? Benin!". Dal 2013 sono a Roma e dal 2018 lavoro come assistente per una congregazione di suore missionarie. Nel frattempo sono diventata Insegnante Feldenkrais e Insegnante Mindfulness.
venerdì, maggio 21, 2021
La mia amata Collalbo
domenica, febbraio 21, 2021
Mindfulness e Metodo Feldenkrais
Già nella sua epoca Feldenkrais vedeva il lavoro sempre più guidato nei risultati e nei metodi, le arti marziali diventare più sportive e competitive e lo yoga ridursi a una disciplina del benessere legato alle posture e slegato dai suoi aspetti evolutivi e spirituali. Anche la fonte principale dell'esplorazione autodiretta, il gioco dei bambini, è stata trasformata dal commercio e dalla regolamentazione degli adulti.
Il metodo Feldenkrais usa il movimento per stimolare nel sistema nervoso centrale gli schemi motori innati e creare un reset per accedere a schemi più naturali ed efficienti. Analizzando lo svolgersi del movimento, dalla formazione delle intenzioni fino alla loro realizzazione non si migliora solo il movimento ma in generale il processo di autodirezione.
Questo processo di autodirezione sviluppa la consapevolezza dell’immagine, delle sensazioni e dei movimenti del corpo, e punta al recupero funzionale delle potenzialità individuali. Questa consapevolezza sviluppata e affinata nel tempo diventa una presenza corpo-mente sempre accessibile e sempre “in progress”, molto simile, nella mia esperienza, alla presenza del qui e ora della Mindfulness. Bisogna specificare che non è solo questione di essere presenti nel corpo, ma proprio nel movimento, preciso e deliberato, osservato senza giudizio.
Questo tipo di consapevolezza può aiutare un musicista o un atleta a migliorare la sua performance ma più semplicemente può aiutare un anziano a conservare il più a lungo possibile la mobilità, o un bambino a migliorare la capacità di pronuncia o di lettura. Porta miglioramenti sia nei movimenti funzionali più ampi, come il camminare e correre, che nei movimenti fini delle mani o degli occhi.
Come negli esercizi di Mindfulness affiniamo con la pratica la nostra attenzione sui diversi stati mentali, così nel Feldenkrais si affina la consapevolezza di stati corporei come la percezione dello spazio interno/esterno o la localizzazione dei diversi stati mentali nel corpo. In particolare si può migliorare la percezione dei movimenti minimi con particolare attenzione alla:
- scomposizione del movimento;
- ampiezza del movimento;
- direzione del movimento;
- tempo del movimento.
Chiamarli stati corporei, anziché che mentali, ci porta in realtà in un circolo vizioso sul problema mente/corpo. Ciò che invece è chiaro nell’esperienza del Feldenkrais è che si sperimenta uno spostamento di “peso” dalla testa al resto del corpo che diventa sempre più abitato, consapevole, duttile e presente. È una sensazione comune anche alla pratica di molte arti marziali più meditative, come Tai Chi e Qi Gong.
Sottolineiamo come anche nel Feldenkrais è possibile aumentare la consapevolezza sia per gradi, attraverso un aumento progressivo e prevedibile di specifici insegnamenti, sia per insight, con un salto di coscienza immediato, completo e non pianificabile che porta alla conoscenza contenuti che non sapevamo di non sapere.
L’ultimo aspetto che vorrei sottolineare del Metodo Feldenkrais è l’accento sull’assenza di sforzo. Cioè ogni movimento deve essere sperimentato il più possibile in modo ludico, curioso, evitando sforzi e soprattutto dolori, cosa che si pone in contrasto con molti altri metodi che vedono nello sforzo e nel dolore una conferma dell’efficacia dei risultati.
sabato, febbraio 20, 2021
Mindifulness e Psicosintesi
La psicologia transpersonale, di cui la Psicosintesi fa parte, si caratterizza per lo studio e la comprensione dell'esperienza interiore di ordine trascendente, che nel corso dei secoli ha ricevuto dalle diverse tradizioni numerose denominazioni: estasi mistica, coscienza cosmica, nirvana, satori, samadhi, regno dei cieli, nagual... La psicologia transpersonale integra l'esperienza della psicologia occidentale, soprattutto del filone gestaltico, esistenziale, umanista, con le tradizioni mistiche orientali basate sulla meditazione come lo yoga, lo zen, il sufismo, e con quelle sciamaniche basate sull'estasi e il contatto diretto con le forze della natura.
La Psicosintesi, fondata da Roberto Assagioli (1888-1974), ritiene che le esperienze interiori di ordine mistico ed estatico cosi come l'anelito alla trascendenza dell'Io costituiscano un aspetto significativo dell'esperienza umana. Secondo Assagioli l'individuo è una inscindibile unità di componenti biologiche, psicologiche e spirituali, capace di sviluppare un orientamento cosciente e volitivo, per conoscere, possedere e trasformare il proprio mondo, sia inconscio che consapevole. L'essere umano è teso alla propria realizzazione lungo un percorso esistenziale e spirituale che non ha sostanzialmente mai fine. Assagioli sin dagli anni ‘30 era venuto in contatto con il buddismo indiano e tibetano e con diversi tipi di meditazione e tecniche yoga che praticava quotidianamente e quindi per me non è stato difficile ritrovare nella Mindfulness gli insegnamenti della Psicosintesi.
Sia la meditazione che la Psicosintesi sono rivolte a una comprensione più ampia del mondo, spesso stimolata dall’incontro con la sofferenza e con il dare “senso della vita”. Il protocollo Mindfulness Based Stress Reduction, MBSR di cui sono diventata Insegnante, è stato sviluppato per offrire in forma accessibile uno stato mentale meditativo con l’obiettivo specifico di ridurre lo stress, ma nella pratica mantiene un aspetto di tensione verso l’alto, verso la parte migliore di noi, degli altri e di ciò che ci circonda. Per Assagioli la meditazione aumenta il nostro coraggio, il nostro agire con il cuore, e rafforza la nostra comprensione amorevole portandoci a riconoscere che ciò che siamo e a cui apparteniamo, il cosmo, è come dice il suo nome, ordine e armonia.
Nella Psicosintesi la pratica della meditazione viene sostenuta da un centro di volontà e consapevolezza che si rafforza e diventa sempre più accessibile con l’esperienza. Questo Io, sempre più chiaro e lucido, osserva ed è testimone dei contenuti mentali in tutti le loro forme. Grazie a questo centro sempre più sviluppato e individuato diventa possibile la “dis-identificazione” cioè la separazione tra l’io e gli stati mentali che vengono riconosciuti come attributi dell’io, da sviluppare, analizzare e sintetizzare a seconda delle circostanze della vita. L’Io diventa quindi un centro di pura consapevolezza. Un essere umano consapevole è un essere libero, che non è guidato da contenuti mentali impermanenti ma da una volontà che può deliberare e scegliere come vivere la propria autenticità all’interno di una realtà completamente compresa e accettata. Per me la Mindfulness e la Psicosintesi hanno in comune:
- La centralità della presenza cosciente nella propria vita, vista da Assagioli come volontà e quindi come piena responsabilità individuale.
- La presenza cosciente come identità più autentica dell’individuo, vista come un percorso e non un punto di arrivo.
- La proposta di un percorso pratico che possa arrivare al maggior numero di persone, attraverso tecniche diverse e adattate ai partecipanti.
- La realtà, normalità e preziosità delle esperienze “alte” nella vita umana, anche le più estreme.
- L’imperativo etico della bontà, amore, compassione, per sé stessi, per l’umanità e per il cosmo.
Nella foto il motto della Psicosintesi "The only way out is the way up"