domenica, febbraio 21, 2021

Mindfulness e Metodo Feldenkrais

Questo anno di studio e pratica su l’MBSR e la meditazione sul Dharma, mi ha permesso di rivalutare
le mie esperienze con il Metodo Feldenkrais, che non è in sé una meditazione ma può diventarlo in quanto il linguaggio e il tocco dell’insegnante possono indurre uno stato di coscienza meditativo e di presenza interiore radicato nel corpo in movimento. La sua base etica non è la compassione della Mindfulness ma si basa sulla dignità individuale e relazionale in quanto in ogni individuo vede le potenzialità di miglioramento della consapevolezza e dell’espressione.
Già nella sua epoca Feldenkrais vedeva il lavoro sempre più guidato nei risultati e nei metodi, le arti marziali diventare più sportive e competitive e lo yoga ridursi a una disciplina del benessere legato alle posture e slegato dai suoi aspetti evolutivi e spirituali. Anche la fonte principale dell'esplorazione autodiretta, il gioco dei bambini, è stata trasformata dal commercio e dalla regolamentazione degli adulti.
Il metodo Feldenkrais usa il movimento per stimolare nel sistema nervoso centrale gli schemi motori innati e creare un reset per accedere a schemi più naturali ed efficienti. Analizzando lo svolgersi del movimento, dalla formazione delle intenzioni fino alla loro realizzazione non si migliora solo il movimento ma in generale il processo di autodirezione.
Questo processo di autodirezione sviluppa la consapevolezza dell’immagine, delle sensazioni e dei movimenti del corpo, e punta al recupero funzionale delle potenzialità individuali. Questa consapevolezza sviluppata e affinata nel tempo diventa una presenza corpo-mente sempre accessibile e sempre “in progress”, molto simile, nella mia esperienza, alla presenza del qui e ora della Mindfulness. Bisogna specificare che non è solo questione di essere presenti nel corpo, ma proprio nel movimento, preciso e deliberato, osservato senza giudizio.
Questo tipo di consapevolezza può aiutare un musicista o un atleta a migliorare la sua performance ma più semplicemente può aiutare un anziano a conservare il più a lungo possibile la mobilità, o un bambino a migliorare la capacità di pronuncia o di lettura. Porta miglioramenti sia nei movimenti funzionali più ampi, come il camminare e correre, che nei movimenti fini delle mani o degli occhi.
Come negli esercizi di Mindfulness affiniamo con la pratica la nostra attenzione sui diversi stati mentali, così nel Feldenkrais si affina la consapevolezza di stati corporei come la percezione dello spazio interno/esterno o la localizzazione dei diversi stati mentali nel corpo. In particolare si può migliorare la percezione dei movimenti minimi con particolare attenzione alla:
- scomposizione del movimento;
- ampiezza del movimento;
- direzione del movimento;
- tempo del movimento.
Chiamarli stati corporei, anziché che mentali, ci porta in realtà in un circolo vizioso sul problema mente/corpo. Ciò che invece è chiaro nell’esperienza del Feldenkrais è che si sperimenta uno spostamento di “peso” dalla testa al resto del corpo che diventa sempre più abitato, consapevole, duttile e presente. È una sensazione comune anche alla pratica di molte arti marziali più meditative, come Tai Chi e Qi Gong.
Sottolineiamo come anche nel Feldenkrais è possibile aumentare la consapevolezza sia per gradi, attraverso un aumento progressivo e prevedibile di specifici insegnamenti, sia per insight, con un salto di coscienza immediato, completo e non pianificabile che porta alla conoscenza contenuti che non sapevamo di non sapere.
L’ultimo aspetto che vorrei sottolineare del Metodo Feldenkrais è l’accento sull’assenza di sforzo. Cioè ogni movimento deve essere sperimentato il più possibile in modo ludico, curioso, evitando sforzi e soprattutto dolori, cosa che si pone in contrasto con molti altri metodi che vedono nello sforzo e nel dolore una conferma dell’efficacia dei risultati.

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