venerdì, giugno 21, 2002

So tutto il bene possibile della festa di Guido, oramai l'unica occasione di ballo a Milano ma io qui non posso intrattenervi con altrettanta verve. Ieri pigrizia a casa, l'alternativa era andare a vedere a casa di Paolo due cassette: Non ci resta che piangere e Aladdin. Ho invece pianto in casa guardando The family man, con Nicolas Cage proprio carino. Di folkloristico egiziano non ho molto da dire se non che continuo a passare dal mio fioraio per le rose rosa. Prima di tutto ha un sacco di fiori e poi prepara delle composizioni giganti con cestini, vasi, girasoli, garofani, gladioli e rose multicolori. Le mie rose le chiamo persiane perchè mi ricordano le miniature dei giardini persiani o indiani e i profumi decantati dai loro poeti. Il rosa è perfetto, ne troppo baby ne troppo fucsia, un rosa da baci e abbracci.
I fiori qui sono una cosa seria e ci sono fiorai a tutti gli angoli con profumi che volano sulle strade. I girasoli vanno molto, bizzarri ma non mi ispirano, e poi garofani di tutti i tipi, non i miei favoriti ma anche quelli profumatissimi. E' un pò come passare anche davanti ai fruttivendoli, si sentono odori che da noi non ci sono più. Caso mai cammini per strada e senti profumo di albicocche, ed ecco che dietro l'angolo c'è il carrettino, col suo bell'asinello bardato, con sopra una tonnellata di albicocche. Qui i carettini sono monotematici, quindi o albicocche o cocomeri o cipolle, ecc. In questo senso un bel progresso da Dhaka che invece era rinomata per la puzza della sua spazzatura imperante. A proposito, grazie al mio amato babbino per gli articoli tra cui quello sul Bangladesh. Anche gli altri erano buoni.
Adesso vi saluto visto che ho poco da dire. Alla prossima.

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