mercoledì, aprile 06, 2016

Gambe, non radici

Da poco sto cominciando a rassegnarmi alla mia vita sedentaria romana. Continuo a immaginare il movimento ma nella realtà sono stabile come non mai. I ricordi della mia vita in Benin, con viaggi e spostamenti e imprevisti e impegni continui cominciano a diventare sfumati e rosati. So che non tutto era bello ma sicuramente era tutto interessante e una bella sfida! Il tran tran romano mi anestetizza e mi affido a varie associazioni e impegni per riempire il vuoto lasciato dal lavoro. Per fortuna ci sono tante cose interessanti che vengono fatte e le seguo volentieri ma al momento senza grande passione. Penso con anticipazione al momento in cui un aereo si alza in volo, un'auto comincia un lungo viaggio, un treno lascia la stazione. Questo mio spirito viaggiatore non so da cosa o chi derivi. Penso a mio padre che viaggiava una volta all'anno verso l'oriente, riportando valigie piene di profumi e colori. O semplicemente che non sento radici ma gambe che vogliono muoversi e la stasi mi sembra morte. Alcuni viaggiano, alcuni stanno e poter seguire la propria indole è un grande privilegio. Nella foto il grande banyan del giardino botanico di Palermo.

giovedì, marzo 17, 2016

Crescere

Stanotte ho sognato che perdevo i denti. Non uno o due ma tutti in blocco, come fosse una dentiera. All'inizio mi disperavo, mi tastavo le gengive nude e continuavo a cercare di rimetterli dentro ma senza successo. Poi alla fine me li mettevo in tasca e mi dicevo, ciccia, vado in Romania! Vedi che le pubblicità su Facebook servono... Forse la cosa è stata ispirata dal fatto che nel pomeriggio in un negozio avevo assistito a una scena triste di un anziano, per altro non vecchissimo, che straparlava al commesso, fermo ma gentilissimo, che poi ci ha detto che lo vede tutti i giorni, più volte al giorno e sempre con la stessa domanda. Nel resto del sogno avevo a che fare con viaggi e spostamenti in bus e a piedi, come al solito, e anche con una bella nidiata di gattini, non usuale ma sempre piacevole. Dicono che perdere i denti è un segno di crescita. La mia preghiera di oggi è: Dio fammi crescere e non solo invecchiare!! Nella foto dettaglio di dipinto di vecchia del Giorgione.

domenica, marzo 13, 2016

Co-housing

Oggi ho avuto un altro incontro con una persona interessata al co-housing. Sempre più mi sembra di capire che il co-housing ha più chances di funzionare se le persone sono unite non solo dal desiderio di vivere in comunità ma da una passione comune. Vedi per esempio le esperienze rurali, di ritorno alla natura che riuniscono spiriti simili su un periodo lungo e in generale funzionano. Anche lì vedo che mediatori e facilitatori diventano la norma per regolare i rapporti tra i partecipanti ma mi sembra che ci siano delle motivazioni forti nelle persone e che quindi fanno di tutto per farlo funzionare. Invece il co-housing cittadino tanto per non stare soli mi sa che va a finire come un condominio dove tutti vogliono i diritti e non i doveri. La mia idea del co-housing si va definendo e oltre a biblioteca, cinema e lavanderia ora vedo in comune anche una piscina e soprattutto una piccola spa, con saune e jacuzzi. Nella foto suggerimenti al co-housing in spagnolo

giovedì, marzo 03, 2016

La natura aborrisce il vuoto

Stanotte ho fatto un sogno, di cui ho dimenticato tutto, ma che al risveglio mi ha lasciato con dei bei ricordi. Ogni volta che si perde una parte importante della propria vita, una persona cara, in qualche modo la vita restituisce e ti insegna qualcosa. Anche se prima non si può proprio sospettare cosa. Quando è morta mia sorella a 20 anni io piano piano ho imparato a ballare. Lei era ballerina provetta, classica e moderna, e io una frana totalmente scoordinata ma con gli anni, e con l'Africa, mi sono allenata un bel po' e sono addirittura arrivata a ricevere complimenti per come ballo. Pochi anni fa che è mancato mio padre ho comprato con l'eredità una piccola casa a Collalbo. Avevo scoperto questo villaggio montano grazie a una cara amica bolzanina, e parlandone per caso in delle conversazioni con mio padre lui se ne uscì che ci andava da piccolo. All'epoca, negli anni 20 del '900, si saliva con una cremagliera e i bagagli venivano a parte col carro di buoi. C'era solo un bell'albergo, che c'è ancora, dove era stato ospite anche Freud, con cui suo nonno aveva condiviso gli studi alla Salpetrière con Charcot. Dopo la sua morte ho trovato un'occasione per un piccolo appartamento alla cifra giusta e ora dalla terrazza guardo le stesse montagne che vedeva lui cento anni fa. E così via riflettendo ho ripensato al perso e al guadagnato e a come Dante aveva ragione sul contrappasso, ché spesso tra ciò che si perde e ciò che si ritrova esistono strani collegamenti e sincronie. Nello foto la scrivania a cui mi siedo tutte le mattine